Whatsapp Payment, Sky wifi e Cyberpunk 2077: Quando il Time to Market è tutto

Spesso parliamo di Time to Market, della capacità di lanciare un prodotto nel tempo corretto e lo stato di avanzamento che dobbiamo raggiungere prima di considerare un lancio “Safe”.

In tutte le organizzazioni però ci si trova di fronte al mitico dilemma: devo dare priorità al contesto o al prodotto? E’ meglio lanciare quando il prodotto è perfetto o quando il contesto nel mercato è favorevole? E quando devo sbilanciarmi nel dare una data?

So come ci si sente in questi casi: che sia una data di lancio annunciata al proprio top management o direttamente al pubblico, non si riuscirà mai a resistere alla tentazione di dare il prima possibile la certezza dei tempi. Sia per compiacere i propri responsabili che per creare l’hype crescente nel proprio target di riferimento, dare l’illusione di una data certa quando ancora non sai se puoi mantenerla non è mai una buona idea e rischi di fare peggio rispetto all’essere prudente nelle dichiarazioni.

Prima di considerare il vostro time to market corretto e arrivare alla comunicazione della data di lancio quindi ci sono diverse cose da tener conto e valutazioni da fare. Avere la pretesa di elencarle tutte sarebbe da megalomani, sopratutto perchè ogni mercato ha le sue peculiarità, ne ho sperimentati già due in prima persona come manager e credetemi è veramente diverso per ogni industry.

Ho deciso quindi di portarvi tre esempi nei quali possiamo fare qualche considerazione su alcuni degli aspetti principali.

Whatsapp Payments: il regolatorio che ti frega

L’App di messaggistica di Facebook è nota sopratutto famosa per una cosa: non cambia mai. Lo sviluppo di nuove funzionalità è stato veramente lento anche in passato e il management del social dalla spunta verde è sempre stato molto cauto nel fare strappi e cambiamenti improvvisi.

Girl Typing Phone Message On Social Network At Night
La grafica di Whatsapp è rimasta quasi uguale a quella di tanti anni fa

L’App di messaggistica più famosa dalle nostre parti (tanto da essere assimilata a un’App di base del telefono per i meno attenti) deve essere monetizzata dal gruppo facebook ma ancora fatica, nonostante la parte business è stata già lanciata, a trovare il suo posto nel bilancio alla voce ricavi del gruppo.

Non molto tempo fa è stata annunciata la possibilità di fare pagamenti tramite l’App cominciando dal Brasile ma, neanche a farlo apposta, da poco tempo già si ha notizia del blocco da parte della banca centrale brasiliana di questo lancio. In questo caso la fretta di annunciare il lancio, magari per ragioni finanziarie e di posizionamento, è stata troppo improvvisa dato che le procedure del regolatorio non erano ancora concluse e la banca centrale si è presa la libertà di bloccare tutto fino a che non chiariscono come creare un ambiente di concorrenza di mercato adeguata.

Mai sbilanciarsi se non hai le carte e la normativa apposto. Anche se pensi che sia un proforma. Qui la notizia nel dettaglio.

Sky wifi: l’idea vincente dalla partnership complicata

Il colosso dell’intrattenimento via satellite nella country italiana ha già lanciato diverse iniziative molto interessanti e in linea con i tempi. Sky Q e l’abbonamento senza parabola sono ormai conosciutissimi e anche molto apprezzati dalla clientela italiana.

L’ultima mossa strategica di Sky

Qualche giorno fa è stato annunciato Sky wifi: il servizio di connessione fissa a banda larga sviluppato da Sky in collaborazione con Open Fiber. La mossa strategica è perfetta: in un mondo in cui le compagnie telefoniche cercano di offrire servizi di intrattenimento di dubbia utilità e appeal, Sky va al contrario e diversifica dando un servizio al massimo della qualità possibile con tecnologia mesh, apparati hardware gratuiti in comodato d’uso e un’offerta che nella versione base (la più indicata nei comuni appartamenti) è anche in linea con i prezzi della concorrenza dello stesso target medio-alto.

In questo caso la cosa problematica è la copertura del servizio. Un lancio così grande e importante non può essere fatto con sole 26 città disponibili. Direte voi che io sono solo invidioso dei Milanesi che hanno già disponibile il servizio. Sicuramente SI, ma la partnership con Open Fiber e delle problematiche che sta vivendo (non sto qui a dilungarmi su questioni politiche e industriali) può seriamente mettere in difficoltà un lancio che aveva tutte le carte in regola per essere veramente il top. Speriamo di essere smentito, ve lo farò sicuramente sapere quando proverò qui a Roma la connessione di Sky.

PS: magari è un mio parere personale, ma non è possibile vendere una connessione in banda larga e poi limitare il 4k ai soli possessori di parabola. Sicuramente è una limitazione tecnica ma va superata.

Cyberpunk 2077: quando la data non rispettata fa arrabbiare chi ti ha dato più fiducia

Per chi non lo conoscesse, Cyberpunk 2077 è un gioco action di CD projekt Red (una famosa casa di produzione videoludica) che è al centro di tante chiacchiere nella community di videogiocatori. Questo perchè per l’ennesima volta è stata aggiornata la data di uscita dopo averla comunicata per fare più ottimizzazione e bug fixing. Questa volta sembra essere la data definitiva (19 novembre 2020).

Devo dire che con queste premesse sono anche io impaziente di vederlo 🙂

Peccato però che nel frattempo le prevendite sono iniziate da moltissimo tempo (come ormai è solito fare in questo mercato) e sono state vendite per la generazione attuale di consolle (ps4/Xbox One) che è arrivata a fine vita. A fine anno infatti è da tempo attesa la vendita delle consolle di nuova generazione, PS5 e Xbox Series X.

Questo ha fatto si che i giocatori che hanno già comprato, sopratutto edizioni super platinum (le famose collector edition, con box enorme e tanti gadget) si ritrovassero con un gioco per la generazione vecchia. Questo tipo di giocatori oltre ad essere i più fedeli che ti hanno fiducia quando hai fatto l’annuncio lo scorso anno sono anche quelli (definiti enthusiast) che sicuramente si compreranno la nuova consolle e inizieranno già a giocarci facendo degli ovvi confronti.

La casa di produzione è dovuta correre ai ripari dichiarando che il gioco sarà reso gratuito sulle consolle di nuova generazione ai clienti che hanno acquistato le versioni precedenti. Un correre ai ripari che comunque crea qualche perdita poichè inevitabilmente le chiavi di gioco prodotte da un acquisto saranno due. Non è ancora ben chiaro come funzionerà ma di certo sarà una complicazione che potevano evitarsi.

Insomma quadro normativo perfetto, copertura del servizio e aggiornamento della piattaforma sono tre dei moltissimi parametri che devono mettervi in guarda quando lanciate i vostri servizi e valutate il vostro time to market.

Mi rendo conto che le cose non sempre vanno per il verso giusto e a volte è necessario dichiarare una data di lancio ufficiale internamente o esternamente all’azienda ma bisognerebbe cercare il più possibile di tenersi una finestra di incertezza che va rimpicciolendosi nel tempo quando alcune milestone di progetto vengono raggiunte.

Non è facile ma dobbiamo farlo. E non è tanto una questione di perfezione del prodotto da raggiungere (cercate la definizione di MVP, è utile partire anche con prodotti non assolutamente perfetti) ma alcuni tasselli che devono essere sempre presi in considerazione per evitare spiacevoli sorprese a lancio effettuato.

Le 5 innovazioni più belle della conferenza Apple (WWDC 2020)

Ieri ho seguito con molto interesse l’ultima conferenza dedicata al software di Apple che si chiama WWDC. Come ogni anno, tantissime novità e nuove features dei vari sistemi operativi dedicati ai dispositivi Apple. Nessun nuovo dispositivo, solo molto software e ovviamente il grande annuncio che aspettavamo e che non si è fatto attendere da Tim Cook in persona (il passaggio al Chip proprietario).

La prima cosa che tutti abbiamo notato è la maniacale attenzione a ogni dettaglio: la diretta preregistrata era perfetta con tantissime persone a parlare e un ritmo altissimo che non mi ha annoiato nonostante le due ore di durata. Decisamente diversa come diretta.

Ma mando alle ciance e vediamo subito quali sono stati i miei best 5 di questo Keynote:

1. Carkey: Apple ti apre la macchina

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Apple vuole che il suo iPhone sia usato per tutto, ma proprio per tutto. Ci hanno fatto vedere la chiave della BMW vicino alle carte di pagamento del wallet e hanno dichiarato che stanno lavorando per rendere la cosa interoperabile per tutte le case automobilistiche che vorranno. Come sempre per Apple, l’ecosistema e la sicurezza sono la prima cosa.

La cosa diventa veramente interessante quando cominciamo a pensare anche alle serrature casalinghe presentate da Amazon, in cui puoi aprire la porta ai corrieri o a persone fidate (per le pulizie di casa ad esempio) e sembra sia possibile anche qui attivare l’auto a distanza.

Un mondo in cui il mazzo di chiavi è solo un emergenza (si, l’analogico non scompare rimane una soluzione di backup).

2. App clip: web app in stile Google

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Come molte delle altre nuove features presentate in questa conferenza, gli affezionati di Android e Windows diranno “Eh, ma questa cosa qua già c’era!”. Ora, io sono una persona che ha tanti dispositivi tutti diversi sia Windows/Android che Apple ma una cosa lasciatemela dire: è vero che queste App clips sembrano le Web App di Google e in effetti lo scopo è lo stesso: dotare gli sviluppatori di una piattaforma di sviluppo di piccole app che girano sul sistema operativo senza dover installare niente sul telefono è un tentativo fatto da Google diverso tempo fa.

Nel caso di Google la piattaforma è semplicemente il browser, mentre nel caso di Apple è qualcosa di più proprietario e costruito su misura su iOS.

In questo caso però diciamoci la verità, sembra veramente fatto bene ed essendo nativo integra la possibilità di pagare con Apple Pay senza fare nessun account. Killer application per rimuovere frizioni legate all’onboarding.

Poggi lo smartphone vicino a un monopattino e si sblocca senza fare nessun account; al ristorante fai check in al tavolo, ordini e poi paghi senza mai andare in cassa.

In ospedale fai check in, paghi e l’App ti dice dove devi andare con tempi di attesa, persone prima di te (perché ti ha messo in fila virtuale) e altre informazioni utili.

Il sogno di tutti gli UX e service designer, fisici e non.

3. Pencil Software upgrade: direzione scuola e ufficio

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Niente da dire, gli iPad vanno sempre più nella direzione di supporto a strumento per lavorare/studiare e questa nuova feature di riconoscimento della scrittura (in tutta la UI, anche nella barra di ricerca di Safari) comincia veramente a fare concorrenza alla cara vecchia Moleskine.

Le frecce diventano dritte, le forme si regolarizzano. Perfino io che sono il peggior disegnatore del mondo posso realizzare appunti che sembrano ordinati…

Meritevole, come rendere banale e apparentemente semplice uno sforzo ingegneristico notevole. Chissà se funziona bene.

4. The Foundation: Apple entra sul serio nel mercato dell’intrattenimento

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Apple decide di fare il passo definitivo per entrare ufficialmente e fare la voce grossa nel mercato delle piattaforme online di intrattenimento con la serie TV “Foundation” che riprende la psicostoria del ciclo delle fondazioni di Asimov. Così come Amazon Prime Video con “Il Signore degli Anelli” le big tech sanno esattamente dove andare a parare per richiamare le vecchie glorie fantasy e fantascientifiche.

Eccovi il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=xgbPSA94Rqg

Non so voi ma sono talmente entusiasta che quasi quasi comincio a rileggermi tutti i libri dall’inizio.

5. Apple Silicon – iOS e MacOS sempre più vicini

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Eccola la vera bomba che comunque tutti già sapevamo. Fa sempre molto effetto sapere che Apple tornerà sui vecchi passi dei Chip Proprietari.

Come per il primo passaggio sono state rispolverate Rosetta (il sistema per tradurre le App vecchie per le versioni con il nuovo chipset) e altri software che aiutano gli sviluppatori.

Ovviamente la cosa più interessante è stata vedere Final Cut far girare 3 filmati 4k contemporaneamente e aggiungere in tempo reale color correction e super in sovrimpressione. Se veramente risponde così è veramente un bel passo in avanti per i creativi.

Ormai è un dato certo che i sistemi operativi di tutto l’ecosistema si avvicineranno sempre di più e diventeranno sempre di più una cosa sola. Apple può e ora sappiamo anche che lo farà.

Conclusioni

Ovviamente, queste sono le mie 5 preferite e durante l’evento sono state introdotte tantissime cose.

Dalla traduzione automatica dei siti con safari fino alle nuove caratteristiche della parte fitness e health dell’Apple Watch, con monitoraggio del sonno e riconoscimento automatico delle attività (distinguendo stretching da esercizi sul posto!!); oppure alcune nuove caratteristiche di Apple Maps che ovviamente sono valide inizialmente solo per gli USA (tra poco anche UK, Irlanda e Canada).

Per leggere tutto vi rimando ai siti specializzati che hanno dettagliato tutta la diretta.

Nel complesso un evento notevole, con un filmato curato nei minimi dettagli e molto bello. Molta attenzione alla privacy e alla sicurezza, ormai cavalli di battaglia di apple, ma anche molta apertura a interoperabilità con sistemi altrui (ci hanno promesso una domotica integrata tra Apple, Amazon e Google.. vedremo!).

Qualcuno dirà sicuramente che molte cose sono semplicemente feature già viste su sistemi Android/Windows anche se sviluppate meglio e con UX ottima alla quale Apple ci ha sempre abituato, ma questo evento con tutte le persone (e moltissime donne veramente forti) e le notizie fa comunque vedere un ambiente Apple sempre più integrato e con al centro la riconferma della mission dei reparti tecnologici della mela morsicata:

La tecnologia è veramente rivoluzionaria quando non si vede e fa solo quello che deve… funziona!

Ha ancora senso avere un proprio sito? I dubbi esistenziali di un manager

Il problema vero è stato capire se stavo andando nella direzione giusta.

Riavvolgiamo un po’ il nastro. Mi sono interrogato molto sulla possibilità o meno di riaprire questo spazio personale nel fantastico ed enorme mondo del web. E il periodo di reclusione COVID-19 (quello duro in cui non potevamo uscire neanche di casa se non per fare la spesa, qualcuno di voi se lo ricorda ancora?) non ha fatto altro che aumentare i miei dubbi.

Si sono riversate online una quantità di contenuti, dirette, live streaming, newsletter, podcast e via dicendo imbarazzante. Qualunque azienda, anche la più piccola agenzia di paese (con tutto il rispetto per le rispettabilissime agenzie di paese) hanno fatto delle live con OSB/Stream Yard e altro creando un traffico di contenuti che mi ha fatto impazzire.

Sul serio. Difficile non soffrire di FOMO (Fear of Missing Out, paura di perdersi qualcosa nel flusso dei contenuti online) o comunque non sapere veramente cosa seguire/guardare/sentire. Molti provider di intrattenimento regalano mesi di abbonamenti gratuiti, sconti da tutte le parti per webinar a pagamento. Un delirio. Giorni veramente duri.

E quindi, tornando al discorso di partenza, in tutto questo delirio i miei dubbi sono solo aumentati.
“Gabri, ma ha senso sbattersi per essere uno dei tanti? Veramente vuoi ricominciare ad avere quel senso di angoscia della data dell’ultimo contenuto sul sito che si allontana sempre di più?”

Boh. Ci ho pensato tanto senza arrivare ad una conclusione.

Ma tutto questo perchè sbagliavo punto di vista. Sbagliavo l’approccio con cui un manager può (e dovrebbe alla fine) avere un suo spazio online. Mi paragonavo ai vari professionisti che producono contenuti seguendo il flusso di notizie, parlando di uscite, nuovi dispositivi, nuove features dell’ultimo social. No, stavo sbagliando tutto.

Chiariamo il concetto: la mia risposta alla domanda del titolo è SI. Ma ci sono arrivato seguendo un percorso lungo.

Punto uno: è importante avere un proprio spazio online, sopratutto adesso in cui devi essere riconoscibile alla prima ricerca su google, ma ragionando diversamente. Ma (e qui arriva anche il punto due ancora più esistenziale) bisogna scrivere perchè farlo significa sedimentare i propri pensieri. Significa prendersi un momento per ragionare su cosa stai lavorando e perchè hai fatto alcune scelte.

Tutti i giorni capitano cose nuove, si scoprono sfumature del proprio lavoro che ti fanno crescere inconsapevolmente ma poche volte ci si ferma a razionalizzare cosa sta succedendo.

E ovviamente buttarlo giù aiuta gli altri a ragionare con un punto di vista diverso. Quindi ottimo, ho trovato due motivi per farlo ed è una strategia win-win che ci permette di avere solo vantaggi positivi. Per me che metto a fuoco concetti che altrimenti perderei nel flusso delle mie giornate. Per voi che leggete il mio punto di vista che è quello di un manager aziendale (forse un pò diverso dai tanti consulenti aziendali e contenuti di agenzie che ovviamente e giustamente condividono la propria esperienza)

Ma quindi ora che si fa? Niente, nessuna scadenza, nessuna data da inseguire. A volte trovate qualcosa di nuovo, a volte no. Sapete anche che non sono molto attivo sui social. Seguo molto ma pubblico poco.

Cambierò approccio nel tempo? Non lo so. So solo che adesso mi va di scrivere e ogni tanto lo farò a tempo perso scrivendo queste pagine del mio journal virtuale. Ho qualche idea ma zero voglia di avere lo stress da pubblicazione quindi piano piano vedremo.

Per ora portate pazienza e sappiate che questo spazio esiste e continuerà ad esistere anche senza scadenze.

Perchè di scadenze ne abbiamo tutti durante il lavoro e quindi è inutile farci male inventandosene di altre no?

Statemi bene 😉

I’m Back!

Si dice che in realtà se non scrivi di quello che impari in realtà non hai realmente capito. Si dice che scrivere è una cosa fondamentale per la propria sanità mentale, per comprendersi appieno.

Me ne rammarico ma in questo periodo non ho scritto molto. Sarà perchè ho cambiato lavoro alla fine del 2019 e ho passato del tempo a imparare le particolarità di un mercato particolare come quello farmaceutico ma gradualmente ho smesso di scrivere.

Ho pensato quindi di rifare il mio sito (ci ho messo una vita) ma anche con l’occasione di ricavarmi uno spazio, il mio journal, in cui provo a mettere giù i miei appunti riguardo strategia digitale, innovazione e cambiamenti che avvengono sia nel mio lavoro ma anche in generale quello che vedo in giro e come percepisco stia cambiando il mondo del digital e del business.

Non ho la pretesa di spiegare come si fanno le cose o di dare regole precise (in realtà, e presto scoprirete come la penso, nel digital non ci sono mai strade precise) ma piuttosto vorrei cercare di aprire una finestra sul mio modo di vedere le cose e su come vorrei farne altre.

Non c’è dubbio che riaprire un blog in questo periodo di totale devozione al micro-contenuto video [Aggiungiamo tik tok nel nostro ecosistema social per raggiungere il nostro pubblico più giovane]* è una delle mosse più strane ma il mio bisogno più importante in questo momento è avere uno spazio mio e made with love dove posso scrivere due righe senza sentirmi troppo in colpa, senza seguire piani editoriali precisi o strategie digitali che ottimizzano reach e quant’altro.

Sicuramente ho in testa di creare diverse cosette per chi vorrà darmi la sua fiducia e seguire l’evoluzione di questo piccolo monolocale nel vasto mondo online ma tutto in rigoroso stile slow food, cercando di scrivere bene e senza pressioni.

Non aspettatevi articoli che commentino notizie dell’ultimo minuto o recensioni dell’ultimo gadget uscito. Ci sono tantissime persone che sanno farlo benissimo (magari ve le segnalo strada facendo) e non ho voglia di inseguire quel tipo di attività che richiede tantissimo tempo e velocità. Quello che voglio fare qui e in generale da ora in poi è approfondire i temi digitali, le strategie e le tecnologie che inseriscono correttamente il digital in un contesto di business o in generale di imprenditoria.

Quello che immagino è che i miei articoli siano letti con calma, sopra una poltrona magari, con un bel caffè o un bel bicchiere di vino. Non contenuti mordi e fuggi ma delle vere degustazioni lente dei miei pensieri. Potremmo quindi chiamarlo il mio Slow Journal.

Ci vediamo presto su queste pagine!

PS. Quando metto le cose tra parentesi quadre [] sono citazioni, modi di dire e frasi comuni rispetto al contesto. Spesso potrebbero essere citazioni ironiche 😉